Storytelling, quando il brand emoziona

Il concetto di storytelling è nato a partire dagli anni '90 negli Stati Uniti quando Joe Lambert e Dana Atchley realizzarono un sistema interattivo multimediale all'interno di una performance teatrale dove sullo sfondo di un largo schermo mostrarono immagini di storie di vita degli attori.

Storytelling è catturare l’attenzione emozionando il pubblico

Da lì anche le aziende, negli anni, hanno colto l’opportunità di poter sfruttare l’arte del saper narrare bene le storie per coinvolgere i propri consumatori e catturare l’attenzione emozionando il pubblico. Esistono delle vere e proprio tecniche come in cinematografia o in tutti i settori visivi, ma è chiaro che per comunicare bene un brand, specie con l’artificio del racconto, oltre che a una buona penna, bisogna affidarsi anche a un po’ di giudizio e ovviamente di strategia.

Fortunatamente, chi più chi meno, ogni azienda ha qualcosa da raccontare: la propria storia, il modo in cui produce, le vicende dei propri protagonisti. Ed ecco che in un attimo la storia è bella che fatta.

Storytelling digital e web 3.0

Oggi, tra i trend in tema di storytelling ci sono l’intelligenza artificiale con tutti i rischi dovuti all’appiattimento dei contenuti, se la si intende utilizzare tout court, ma un chiaro vantaggio per coloro che decidono di comunicare in modo autentico e personale, con narrazioni interessanti in grado di informare, intrattenere ed emozionare. In questo senso lo storytelling può essere un’arma di posizionamento interessante e funzionale per brand che hanno tanto da dire. Un modo per avvicinare il pubblico al brand in modo molto naturale ed empatico.

Al di là di storie totalmente inventati, ai brand conviene ovviamente comprendere i propri punti di forza e raccontarli in modo sorprendente, per confrontarsi con mercati che cambiano velocemente, specie dove lo storytelling la fa da padrone: siti, social, company profile, campagne.

Storytelling e trend

Infatti un altro trend riguarda proprio i social, specie Tik Tok, che con i contenuti generati da utenti, spesso in modo del tutto improvvisato, catalizza milioni di persone ai display. Quindi fondendo storytelling e influencer marketing abbiamo un nuovo vantaggio per i brand: contenuti più autentici e storie catalizzanti dovrebbero esser capaci di matcharsi alle proposte degli influencer e allo storytelling aziendale. Una magia narrativa che promette notevoli aumenti delle vendite. Così come la creazione di contenuti che raccontano la storia del brand, ispirandosi anche agli early adopter e alle loro esperienze di vita vissuta assieme al brand.

Ci sono poi anche contenuti generati dall’azienda con collaboratori e collaboratrici in veste di protagonisti: si mostrano le competenze sul campo sotto forma di storytelling con l’autenticità finalizzata a narrare e promuovere indirettamente l’azienda. Quello che riguarda il così detto employee-generated content, che va molto di moda, anche in stili quasi non professionali per aumentarne l’autenticità. Tra i vantaggi dell’utilizzare lo storytelling come strumento comunicativo si ha la personalità che una storia ben raccontata è in grado di trasmettere, entrando dritta al cuore senza chiedere il permesso, ma regalando momenti d’emozione inaspettati. Offrendo indirettamente a un brand fascino, awareness e ergendolo a icona più che a semplice marca. Quindi lo storytelling richiede tanta personalità, saper veicolare un messaggio che arrivi dritto al cuore senza prescindere dal prodotto/brand e facendo la differenza rispetto ai competitor, emozionando con una storia avvincente e il TOV giusto, e la giusta attenzione al linguaggio, prediligendo temi semplici, diretti, che creino empatia facilmente.

Vedi il work Lionò dove i racconti di donne di successo che rispecchiando i valori del brand con la loro storia, danno vita a uno storytelling d'avventura e d'emozione.

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